insegnante scuola media

DAD: Intervista a un’insegnante della scuola secondaria

Buongiorno Maria Elena, lei è un insegnante, di quale ciclo scolastico si occupa?

Buongiorno. Durante quest’anno “particolare” mi sono occupata della secondaria di I grado.

Ci può raccontare in breve come si è organizzata la scuola in cui lavora per erogare la DAD?

Devo dire che la nostra scuola si è organizzata, tuttavia, bene. Dopo il primo periodo di incertezza (anche perché effettivamente non si sapeva se saremmo tornati o no), abbiamo lavorato sulla piattaforma, già in possesso dalla scuola, Teams di Office 365. Due colleghi, e tecnici, hanno lavorato giorno e notte per una settimana affinché lavorassimo nel migliore dei modi e tutti, alunni e insegnanti, fossimo accreditati sulla piattaforma. E devo dire che siamo riusciti, in tal modo, a proseguire l’anno scolastico in maniera, tutto sommato, “organizzata”: abbiamo mantenuto l’orario corrente, per quanto riguarda le materie, dimezzando il numero di ore. Abbiamo cercato di “accorciare le distanze” e dare ai ragazzi una “parvenza” di normalità, cercando di aiutare coloro che si fossero trovati in difficoltà per strumenti e rete internet. E anche i ragazzi stessi si sono impegnati, almeno nella mia classe, affinché tutti i compagni seguissero le lezioni, con consigli pratici e grande entusiasmo. Certamente l’apprendimento passa attraverso la relazione insegnate-allievo, ma anche tra pari e questo è sicuramente uno degli aspetti che in alcun modo possono essere sostituiti. È stato un anno difficile, stancante, una condizione che nessuno si immaginava e che abbiamo dovuto affrontare anche mettendoci in gioco, in maniera del tutto nuova.

Quali sono stati secondo lei gli aspetti più difficili da gestire per gli insegnanti alle prese con la DAD?

Senz’altro l’aspetto relazionale, come prima accennavo, e che coinvolge tutti i ragazzi, con specificità per quelli con disabilità. Difficoltoso, addirittura impossibile per qualcuno, mantenere una relazione attraverso un supporto tecnologico, che di fatto è un filtro e che per sua natura divide, distacca. Pensiamo anche a ordini di scuola come l’infanzia e la primaria! Devo dire, che i nostri ragazzi, più grandicelli ma neppure poi tanto rispetto a una quinta elementare, hanno fatto il possibile con creatività e passione per sentirsi “ugualmente” uniti e coinvolgere con lo stesso entusiasmo anche chi con questa dad era stato tagliato completamente fuori. Per questo li ringrazio di cuore, perché il vero animo sono stati loro.

La DAD anche per quanto riguarda gli strumenti si è mostrata “antidemocratica”: difatti non tutte le famiglie dispongono di un computer, o di più computer nel caso di chi ha più figli, e un abbonamento internet. Un aspetto su sui lo Stato deve lavorare senza dubbio.

Che richiesta si sentirebbe di fare ai docenti e al ministero in previsione del prossimo anno?

Innanzitutto ideare un piano specifico per ragazzi con disabilità, è assolutamente necessario. E fornire a tutti gli strumenti adeguati e necessari per lavorare in condizione di eventuale emergenza, condizione che mi auguro con tutto il cuore rientri, per tornare a settembre a riabbracciare i miei ragazzi.

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